Vorrei sommessamente far notare che Blair è stato l’unico laburista inglese degli ultimi trent’anni che si è tolto la soddisfazione di vincere le elezioni. Averne di Tony Blair da queste parti.
Mi riesce difficile condensare le emozioni di tre giorni così coinvolgenti in una enews che spero utile soprattutto come rimando a link più interessanti. Mi riesce difficile perché il successo della Leopolda non sta tanto nella copertura mediatica dell’evento né nella massiccia presenza di persone in sala (oltre diecimila) come in rete (duecentomila contatti unici). La cosa che più stupisce del nostro evento non è l’aridità di un numero. Ma il clima diffuso, avvolgente, suggestivo dato dalla percezione di una speranza che si rimette in cammino: Il vento non si ferma con le mani.
Alla Leopolda per tre giorni abbiamo parlato di problemi concreti, offrendo idee, stimoli, spunti. Abbiamo dato del tu alla politica senza parlare il politichese. Sui giornali in molti ci hanno rimproverati perché non abbiamo affrontato il nodo delle alleanze e del terzo polo (clicca qui). Era esattamente il nostro obiettivo. Abbiamo discusso dei problemi degli italiani, quelli veri. E lo abbiamo fatto con lo spirito di chi vuol dare un contributo, non di chi passa il tempo a lamentarsi degli altri, di chi vuole riportare i contenuti al centro della discussione.
Chi c’era ha visto. Chi non c’era può leggere ciò che è avvenuto (qui una piccola rassegna stampa). Chi vive di pregiudizio può continuare a giudicare in libertà senza sapere di cosa parla: noi non ci offendiamo. Ma piuttosto rilanciamo. Abbiamo offerto cento stimoli, cento idee, cento proposte. Non sono verità irrinunciabili, ma le proposte lanciate dal palco della Leopolda. Se avete tempo cliccate su qualche video: credetemi, ne vale la pena! Ne cito solo alcuni, che sono i primi ad essere stati inseriti ma su internet li trovate tutti: Alessandro Baricco, Edoardo Nesi, Antonio Scurati tra gli scrittori. Bonacina e Milesi per il terzo settore e la cooperazione. Parisi e Chiamparino tra i politici. Delrio, Reggi, Guerini, Ballarè tra i sindaci; Faraone, Berruti, Richetti tra gli organizzatori; dall’Orto, Gori e Luna tra gli uomini di comunicazione; Alessandri, Ghisolfi, Fabrizio Landi tra gli imprenditori e poi i nomi più diversi, dall’inventore dei Gormiti Consumi al regista Brizzi fino al bellissimo intervento dell’economista Zingales. Ma l’elenco è solo parziale, credetemi. Ci sono tre giorni di proposte nelle pagine del Big Bang, alla faccia di chi dice che abbiamo solo parlato con slogan e con frasi fatte…
Si è scatenata una grande discussione nel merito. Mi farebbe piacere che anche il popolo delle enews avesse il desiderio di intervenire, dire la propria, esprimere dubbi e critiche, apprezzamenti e suggerimenti. La filosofia di fondo, così abbiamo detto, dovrebbe essere wikipd. Un partito aperto, leggero, che si confronta e fa confrontare le persone. Non un partito dove il funzionario responsabile spiega al resto del mondo come bisogna pensarla. Gli argomenti li conoscete: si va dai tagli alla politica all’investimento sul sociale, dal rapporto tra generazioni fino alla lotta all’evasione fiscale, dall’ambiente fino all’innovazione tecnologica, dall’Europa al sistema della formazione. Sul sito www.bigbangitalia.it trovate le prime discussioni accese. Più saranno vive, più saremo contenti. Noi non abbiamo verità ideologiche da proteggere, ma luoghi di confronto democratico da creare.
Grazie per tutti i contributi che stanno arrivando. Grazie per quelli che sono già arrivati (idee@leopolda2011.it) e grazie per chi ha dato una mano con un piccolo aiuto economico. Da Internet, fino ad ora, abbiamo raccolto 6.192 euro. In sala abbiamo ricevuto versamenti per 20.517 euro. Non bastano per coprire tutte le spese, ma almeno è un buon inizio. Noi che abbiamo proposto di abolire il finanziamento pubblico ai partiti possiamo ben essere soddisfatti di questi numeri. Una politica diversa, senza ricorrere ai tesorieri di partito ma contando sulla disponibilità dei cittadini, è dunque possibile. Grazie, davvero.
Via email ho ricevuto tante richieste di andare oltre gli aspetti politici o logistici. In tanti mi hanno chiesto: “Ma tu, Matteo, come ti senti dopo tutto questo putiferio che abbiamo creato?”. Ovviamente sono commosso e grato dalla risposta alla lettera d’invito (qui). E decisamente stupito dal desiderio profondo di mettersi in gioco di tantissime persone proveniente da storie personali, culturali, sociali, economiche molto diverse. Idee, proposte, entusiasmo. Moltissime persone sono talmente stanche di vergognarsi dell’Italia che hanno voglia di mettersi in gioco, dando una mano in tutte le forme possibili. Credetemi: è impressionante il fiume di disponibilità e adesioni che stiamo ricevendo in queste ore. Non vedo come si possa avere paura delle idee e della volontà d’impegnarsi di tante persone, che non si rassegnano al pessimismo e allo squallore. Avverto la responsabilità di non disperdere questa energia e di non tradire questa speranza. Non si tratta di fondare un nuovo movimento politico, per carità! Ce ne sono anche troppi. Si tratta di ridare respiro all’impegno per il bene comune. Ci proveremo senza prendersi troppo sul serio ma con grande determinazione fin dalle prossime ore. Ricevo anche, come è ovvio, decine di critiche. Alcuni leader del mio partito mi considerano una spia del nemico e magari sono gli stessi che negli anni scorsi ci facevano votare Dini o Mastella. Altri polemizzano sul fatto che qualcuno di noi si ispiri al Blairismo, ironizzando sulla figura dell’ex premier britannico. Vorrei sommessamente far notare che Blair è stato l’unico laburista inglese degli ultimi trent’anni che si è tolto la soddisfazione di vincere le elezioni. Averne di Tony Blair da queste parti.
Gli avversari hanno lo stile asciutto e sobrio del filosofo leghista Mario Borghezio che ha detto con la consueta eleganza: “I leopoldini sono un branco di coglioni e Renzi è il più pericoloso di tutti”. Sono ben consapevole dei miei limiti. Sono felice che alla stazione Leopolda si sia finalmente dimostrato che io non sono solo. E soprattutto che io non sono il solo.
Il BigBang può essere un nuovo inizio o un buco nero. Dipenderà molto da noi, da tutti noi. Anche per questo vi chiedo di restare in contatto per adesso soprattutto attraverso il sito www.bigbangitalia.it
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